Nelle ultime 7 gare di campionato il Milan ha conquistato solo 8 punti. È questo il dato più sconcertante e limpido venuto a galla dopo la sconfitta rimediata domenica sera contro il Napoli. Le analisi si sprecano: troppi infortuni, condizione atletica e mentale in caduta libera, difficoltà nel ritrovare gamba per alcuni giocatori fondamentali, presunti errori arbitrali, scelte errate da parte dell’allenatore. Tutto giusto, tutto vero. Ma una squadra che vuole vincere il campionato di Serie A non può permettersi questo ruolino. Dove può arrivare, dunque, la squadra allenata da Stefano Pioli?
Risposte. Ad oggi, nessuno può sapere la risposta corretta. Se il Milan non avesse dilapidato punti contro un Sassuolo risvegliatosi solo dopo l’errore di Bakayoko, e se, ancora, non avesse regalato la palla sanguinosa per il goal di Beto a Udine, oggi sarebbe ancora primo davanti alla “corazzata” di Simone Inzaghi. Ma purtroppo con i “se” si va poco lontano. L’attacco vacilla (il solo Ibrahimovic non può tenere in piedi la baracca da solo) e sono sempre troppi i goal concessi.
Empoli. Il riscatto deve passare da un campo ostico e contro una squadra organizzata e atleticamente in gran forma: Empoli. Probabilmente, sarà questa l’ultima spiaggia per i rossoneri se, nell’anno nuovo, vorranno ambire a sogni di gloria. Theo Hernandez si è allenato regolarmente con i compagni e sarà tra i titolari. Ancora out il resto degli acciaccati.
VAR. Un ultimo pensiero sul goal annullato contro i partenopei. La Var è mezzo potente e necessario, ma occhio a non abusarne. Affermare che Olivier Giroud partecipi in modo attivo all’azione è una ipotesi, un processo alle intenzioni che “non sta in piedi”. Annullare un goal è l’atto più forte e vigoroso concesso in tempo di Var. Servono però fatti, inequivocabili e comprensibili. Al contrario si cadrebbe costantemente nell’errore dettato da ipotesi, soggettive e indecifrabili, che andrebbero a minare la coerenza della review.