Con la qualificazione agli ottavi di Champions già in tasca, e all’orizzonte la partita di campionato contro il Napoli di Walter Mazzarri, Simone Inzaghi, per la sfida contro il Benfica si affida alle seconde linee. Ampio turnover per i nerazzurri che schierano Emil Audero tra i pali, al debutto assoluto per lui con l’Inter, Bissek in difesa, Frattesi, Aslani e Klaassen a centrocampo. In attacco spazio al tandem Sanchez Arnautivic.
Troppi cambi da parte del tecnico piacentino, l’Inter dei primi 45 minuti è spaesata, Aslani, Klaassen non si trovano e davanti Sanchez e Arnautovic non tengono su un pallone. La squadra è lunga, sfilacciata con troppe distanze tra i reparti. Per le aquile rosse non sembra vero, e nel primo tempo ne fanno addirittura tre con l’ex Joao Mario.
L’Inter esce dal campo con un passivo pesantissimo, sono le brutte figure che in Europa è sempre meglio non fare. Scuri in volto come Simone Inzaghi, al rientro negli spogliatoi. Eppure, quei 15’ minuti, sono stati i più importanti della serata portoghese. Sarebbe bello sapere cosa ha detto Inzaghi ai suoi, fatto sta che al rientro sul campo del da Luz, i nerazzurri, con gli stessi undici, sembrano un’altra squadra. E’ cambiato lo spirito, l’intensità, la voglia di reagire e recuperare lo svantaggio. Dopo appena sei minuti è di Arnautovic la prima rete, gol convalidato dal Var dopo che il guardalinee aveva alzato la bandierina. Passano sette minuti e Acerbi, dalla sinistra, crossa per Frattesi, che al volo riapre la partita.
Inzaghi inserisce Cuadrado, Barella e Thuram al posto di Darmian, Klaassen e Arnautovic. Ed è proprio il giocatore francese decisivo, alla sua prima giocata si conquista un rigore per un fallo di Otamendi. Dal dischetto Sanchez pareggia. Incredibile a Lisbona, da 3-0 a 3-3. C’è ancora spazio per una parata di Audero su Di Maria e, nei minuti di recupero, Nicolò Barella va vicino alla rete del 3-4 centrando il palo.
I Nerazzurri tornano da Lisbona con un punto prezioso, soprattutto per come è maturato. La svolta c’è stata con gli stessi undici del primo tempo, e questo può far sorridere Inzaghi. Con tante partite c’è bisogno di tutti.