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Misteri dall’Oriente

Il racconto giapponese "Storie di fantasmi del Giappone" è un lavoro di Hearn, traduttore dei lavori di Flaubert, Maupassant, Hugo e Zola

“Non un giorno senza una riga” è lo spazio dedicato al recensione dei libri. Nulla dies sine linea (cit. latina) è la frase detta da Plinio il Vecchio nel giorno dell’eruzione del Vesuvio (79 a. c.) che gli tolse la vita. E’ l’incoraggiamento di un uomo che sino all’ultimo istante ha cercato di lasciare qualcosa alle generazioni future.

RECENSIONE – Francis Lacassin nella prefazione del libro “Storie di fantasmi del Giappone” scrive: “Quando il fantastico impregna in modo così profondo la vita giapponese, il soprannaturale da cui emana è solo una delle sorprese che la natura riserva all’uomo”.

Questo libro che vi presentiamo riunisce una selezione delle leggende degli spettri (o yokai) giapponesi tratte da vecchi libri o provenienti dal folclore orale. Le raccolte sono state effettuate dal giornalista irlandese Lafcadio Hearn (1850-1904) grande viaggiatore e ammiratore di Pierre Loti, traduttore di Gustave Flaubert, Guy de Maupassant, Victor Hugo ed Emile Zola.

Approdato in Giappone per un reportage, Hearn ne era rimasto ammaliato, al punto da stabilirvi e sposare la figlia di un samurai. Seguì la scoperta di certi racconti quasi segreti, dove i toni e le ombre davano vita a creature straordinarie.

Far varcare loro i confini nipponici diventò un modo per contribuire ad avvicinarsi alle tradizioni di un popolo dalla grande tradizione estetica. Là dove il magico e il fantastico si ritrovano nell’abbigliamento e nell’arte, nell’arredamento e nei fiori.

In quel ricco immaginario “la morte stessa si spoglia dei sinistri ornamenti di cui si riveste in Occidente per trasformarsi in un intercessore amico disposto a socchiudere, in entrambe le direzioni, le porte dell’aldilà”, ma, a sorpresa, a socchiudere anche le porte della nascita, o, più profondamente, quelle della ri-nascita.

Percorse da un fil rouge che narra di speranza, sono storie di personaggi a volte simili a quelli che popolano le nostre fiabe. A volte ammalianti, oppure autori di scherzi beffardi, oltre a storie di orchi e di anime prigioniere, di incontri predestinati, di luoghi strani, di sogni dorati; e ognuna lascia in bocca un senso di poesia.

Il libro è illustrato da Benjamin Lacombe, l’artista francese il cui tratto inconfondibile è caratterizzato da una dolcezza malinconica. E non fa meraviglia che la veste editoriale sia molto curata, con la copertina di stoffa cangiante e la stampa su carta pregiata, che conferiscono al volume la raffinatezza di uno scrigno piacevole anche al tatto.

“Storie di fantasmi del Giappone” di Lafcadio Hearn. Edizioni L’Ippocampo (ippocampoedizioni.it). Traduzione di Ottavio Fatica. Pagine 192. Prezzo 25 euro.

 

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