
“Tu sei quel respiro
che mi toglie ancora il fiato
Tu sarai per sempre il mio peccato originale
in questa corsa per la vita”
Queste parole non sono mie, le ho prese in prestito dal testo di una canzone (Niente più di Claudio Baglioni), per descrivere cosa significhi “interismo”. Esso è un sentimento, non una malattia becera che porta a sproloquiare contro tutto e tutti. Ma a gioire ed esultare per la tua squadra quando è vincente e a soffrire cercando risposte e soluzioni quando i risultati vengono a mancare.
Domenica sera sarà un crocevia importante e dovremo essere bravi a prendere la strada giusta facendo capire effettivamente quali obiettivi ci possiamo permettere. Al di là delle strategie verbali di alcuni avversari con l’unico intento di spostare l’attenzione dalle loro squadre.
La serenità di giudizio non ha come al solito molto equilibrio, se il risultato della partita non sarà totalmente positivo. I soliti noti (anzi arcinoti), infatti, con la loro valigia piena di frustrazioni personali saranno pronti a buttare non solo l’acqua sporca con il bambino ma anche l’ ostetrica. Rievocheranno allenatori e giocatori del passato, ai quali proprio loro non hanno risparmiato critiche feroci o evocando acquisti di giocatori da sogno. Dimenticheranno altresì le difficoltà finanziarie che stanno stravolgendo il mondo calcistico.
Questi signori ” l'”interismo”, non sanno neanche cosa sia. Un piccolo esempio per imparare: ieri è comparsa un foto con Luis Suarez e Mazzola invecchiati, e il Sandrino con tanto di bastone per camminare. Quella foto oltre a bellissimi ricordi ha trasmesso tristezza e malinconia, ma è la vita.