Slovan Bratislava-Milan: la prima di tre palle break per il futuro europeo
La squadra di Fonseca vince con fatica, decisiva l'entrata di Leao
Come Bratislava, situata strategicamente sul Danubio e nel cuore dell’Europa, lo Slovan rappresenta una tappa cruciale per il Milan, in cerca di conferme nel suo percorso europeo. Fonseca si affida all’esperienza di Calabria, capitano, e schiera una squadra con baricentro alto, pronta a pressare fin dall’inizio.
Il Milan parte forte, dominando i primi dieci minuti ma senza concretizzare. Diverse mischie in area e un possibile rigore su Chukwueze fanno sperare i tifosi ma il risultato non si sblocca. Lo Slovan, invece, si affaccia raramente in attacco, sfruttando solo qualche contropiede. Fonseca prende appunti: contro avversari più forti, questa vulnerabilità potrebbe costare caro.
Intanto, sugli spalti Ibrahimović e Cardinale osservano sereni. Calabria tiene bene Metsoco, mentre sulla sinistra Hernandez, Okafor e Pulisic creano belle combinazioni, anche se poco incisive. I rossoneri trascorrono un quarto d’ora nella trequarti avversaria contro una difesa compatta e quasi a uomo. Fofana si distingue per intensità, coprendo ogni zona del campo.
Al 18’ il Milan rischia grosso: Strelec si trova a tu per tu con Maignan ma Pavlovic salva in extremis. Sul ribaltamento di fronte, Pulisic si intestardisce con un tiro respinto dal portiere, ignorando Chukwueze libero sul secondo palo.
La trama del primo tempo è chiara: il Milan attacca con tutti gli effettivi ma non punge e soffre sulle ripartenze. Al 21’, finalmente, una luce: Pulisic firma l’1-0 in contropiede, sfruttando un assist perfetto di Abraham. Tuttavia, il vantaggio dura poco. Al 24’, Barseghjan scappa alla difesa rossonera e trafigge Maignan per l’1-1. Un copione già visto in campionato, con troppe ingenuità che costano care.
Alla mezz’ora il Milan rallenta, cercando di costruire con più calma, ma senza la stessa efficacia iniziale. In difesa si soffre: al 32’ è Tomori a salvare su un’altra ripartenza, nata da un errore di Pavlovic. L’attacco, invece, fatica a trovare la porta: 11 tiri complessivi, ma solo 2 nello specchio. Reijnders e Chukwueze provano a inventare qualcosa ma il gol non arriva.
Il pubblico di casa applaude la compattezza dello Slovan, che si chiude bene e rallenta il gioco. Il Milan, più cauto, non riesce a trovare spazi e viene fischiato. Al 43’ un’azione corale dimostra il potenziale dei rossoneri ma manca la finalizzazione. Calabria si trova a tirare al posto degli attaccanti, segnale di una squadra senza un vero terminale offensivo. Abraham, isolato e ben marcato, non riesce a entrare nel vivo del gioco.
Il primo tempo si chiude sull’1-1: il Milan domina ma spreca troppo e rischia sulle ripartenze. Serve più precisione e meno errori nella ripresa per portare a casa il risultato.
Il secondo tempo inizia con indicazioni precise da Fonseca: spingere in avanti ma senza concedere spazi alle ripartenze. Per dare più incisività entra Leao al posto di Okafor, con il Milan che passa ai lanci lunghi per sfruttare la velocità del portoghese. Tuttavia, lo Slovan si conferma pericoloso in contropiede, sfruttando ogni errore dei rossoneri.
Al 49’ un’azione di Chukwueze da destra porta a un check del VAR per un contatto in area ma il rigore non viene concesso. Il Milan continua a dominare il possesso palla, arrivando al 70% ma il problema resta: mancano cambio di ritmo e cambio di fronte per finalizzare, troppe azioni si trasformano in pericolosi contropiedi.
Come al 53’: Chukwueze serve Reijnders, che tenta più dribbling prima di scaricare su Calabria. Il suo cross viene intercettato e lo Slovan riparte velocemente. Chukwueze è costretto a fare fallo e viene ammonito. La squadra di casa sembra a suo agio nel chiudersi e ripartire, mentre il Milan fatica a trovare soluzioni.
Ancora al 57’, è Calabria a rimediare un giallo per un intervento in ritardo su un’altra ripartenza slovacca. Lo Slovan, con pochi passaggi, arriva ogni volta nell’area di Maignan, approfittando degli errori di costruzione dei rossoneri.
Leao prova a scuotere i suoi ma è troppo isolato. Quando riesce a partire, viene triplicato; dall’altro lato, Chukwueze continua a essere il più pericoloso ma senza trovare sbocchi concreti. Leao, invece, spreca un’occasione con un tocco troppo lezioso: servirebbe più concretezza sotto porta.
Al 66’ lo Slovan cambia Metsoco con Ignatenko, cercando di chiudersi ulteriormente per poi ripartire. Ma al 67’ il piano salta: Fofana pesca Leao con un lancio lungo e il portoghese firma un gran gol che riporta il Milan avanti, 2-1.
Fonseca, memore delle sofferenze difensive, prepara i cambi. Ma al 71’ un incredibile errore di Strelec su retro passaggio regala un assist involontario ad Abraham, che non sbaglia: 3-1 per il Milan. Lo Slovan, a questo punto, reagisce con un doppio cambio offensivo, inserendo Marcelli e Tolcác per aumentare la pressione.
Fonseca risponde con Emerson Royal, Loftus-Cheek e Musah, cercando di bilanciare il gioco e mantenere il controllo. Il Milan abbassa il ritmo e si copre meglio ma lo Slovan continua a spingere, guadagnando corner e aumentando il possesso palla fino al 36%.
Negli ultimi minuti, Fonseca lancia Camarda al posto di Abraham. Il giovane attaccante entra subito in partita, chiedendo palla e provando a segnare il gol che gli sfuggì contro il Bruges per fuorigioco. Ma è lo Slovan a riaprire la partita all’88’: Marcelli, lasciato libero, trova l’angolino e batte Maignan, portando il punteggio sul 3-2. Proteste del Milan per due falli evidenti e non fischiati in attacco che hanno innescato il contropiede.
Immediato il cambio dell’allenatore dello Slovan: dentro un altro attaccante al posto di un centrocampista. Ma alla ripartenza gli slovacchi restano in 10 per la doppia ammonizione di Tolcác, colpevole di proteste e di una reazione ingenua. Contrappasso del direttore di gara per la svista segnalata?
Nei quattro minuti di recupero, il Milan soffre ma resiste. Al triplice fischio, il risultato è salvo: 3-2 per i rossoneri. Una vittoria importante ma i troppi gol subiti restano un problema da risolvere.