Ci è sempre piaciuto per il suo modo di muoversi sul prato verde, la sua capacità di sveltire il gioco verticalizzando appena possibile. O d’inserirsi nella manovra per concretizzare con il suo piede sempre pronto a tirare in porta alla minima occasione. Sicuramente il ragazzo ha del talento ma anche una fragilità muscolare fuori dal comune (218 giorni di assenza per infortuni di vario genere da quando è all’Inter).
La motivazione è pressoché inspiegabile. La preparazione, la medicina, la strumentazione diagnostica, il dietologo, il dentista, lo psicoterapeuta non sono stati d’ aiuto. A ogni refolo di vento ritornano a galla dei problemi di carattere muscolare che ne limitano totalmente l’attività agonistica.
Antonio Pintus (tornato al Real Madrid) e la sua programmazione fisica hanno garantito pochi infortunati alla squadra campione d’Italia. Il professore Piero Volpi e il suo staff in questi anni hanno risolto tanti problemi a tanti giocatori. La società ha dimostrato un’infinita disponibilità soprattutto in termini di tempo, ma per i problemi di Stefano Sensi sembra impossibile trovare una soluzione.
Vedere spesso sul campo giocatori inferiori tecnicamente a lui fa aumentare i rimpianti di averlo a disposizione solo sporadicamente. Non abbiamo la palla di vetro o la medicina adeguata, ci auguriamo che la dea bendata gli riservi un’attenzione particolare. Nel contempo che lui possa valutare, seppur temporaneamente, altri contesti meno stressanti. Magari con meno pressione mediatica dove poter valutare se tutto questo non sia un problema di “gestire la testa”. Per quanto riguarda il campo, invece, ha già capito quasi tutto.
La voglia di sacrificio non gli manca come l’affetto delle persone che lo circondano. Pensiamo di parlare a nome di tanti, seppur delusi dall’ennesimo infortunio (che gli ha fatto perdere gli Europei). Un pensiero va anche ai tifosi che non vedono l’ora di ammirarlo in piena integrità fisica per difendere i colori nerazzurri verso ambiziosi trofei.
Benediximus.