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Dubbi shakesperiani

Si avvicina il derby e la conduzione arbitrale di molte partite lascia aperta più di una porta alle incertezze di come sarà arbitrato

Passare all’amletico “Essere o non essere, questo è il problema” al più rustico dilemma domenicale “Fischio o non fischio, questo è il problema”, è un attimo, un refolo di vento. Il povero tapino su cui graviterà l’incombenza di arbitrare il derby milanese dal momento della designazione non dormirà sonni tranquilli.

Tutti saranno pronti a sparare con qualsiasi arma indipendentemente dalla decisione presa, sia nel favorire i rossoneri o nel penalizzare gli stessi per quanto ricevuto precedentemente. A tal proposito l’arbitro Maresca è stato fermato dall’AIA, dopo il rigore concesso al Milan contro la Roma.

Ricordo che la compensazione è sbagliata a prescindere, perché così si sbaglia due volte. Bisogna fischiare quello che c’è e niente più.

L’ intensità e la volontà sono valutazioni soggettive per cui si rischia di incrementare solamente le polemiche. La nostra disistima nei confronti di alcuni arbitri e dei dirigenti della classe arbitrale per i ben noti tragicomici accadimenti è palese e ben conosciuta.

Non si tratta di essere prevenuti ma di attenersi alla nuda e cruda realtà. Valutazioni diverse per gli stessi episodi nel giro di poche ore chiedono che si metta mano urgentemente al protocollo. Che pare scritto da colui il quale, non volendo prendersi responsabilità, usa termini ambigui e diversamente interpretabili.

Il tifo di parte lo lascio ad altri, quello che ci interessa è un giudizio equo indipendentemente dal colore della maglia. Richiamiamo una definita e ben precisa gerarchia sul campo, arbitro, var, guardalinee e quarto uomo.

Troppo facile scaricare la responsabilità sempre su qualcun altro, e ora di finirla e perdonateci il francesismo di essere e di fare i cazzari all’infinito.

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