Giulietta con le vertigini
Al Teatro Menotti è andata in scena una perfomance liberamente ispirata a un'opera di Shakespeare
Musica. Danza Acrobazie aeree. Forza fisica e leggerezza. Voli spericolati nell’imprevedibile ebrezza del vuoto e torri di corpi e del loro vertiginoso. Sono state cinque serate da ricordare quella andate in scena al Teatro Menotti di Milano . Pubblico senza fiato per la prima di Vertigine di Giulietta, la performance liberamente ispirata a “Romeo e Giulietta“ di William Shakespeare. Uno spettacolo davvero straordinario. Che dà le vertigini. I giovani e talentuosi artisti della compagnia blucinQue – sei straordinari performer acrobati ballerini contorsionisti – Elisa Mutto, Alexandre Duarte, Federico Ceragioli, Vladimir Jezic, Michelangelo Merlanti, Ivan Ieri – eseguono sequenze spettacolari di acrobazie sincronizzate e piramidi umane che mettono in mostra l’incredibile flessibilità del corpo che permette loro di assumere con naturalezza posizioni e forme incredibili che a un comune mortale sembrano impossibili.
Saltano, entrano ed escono da un cerchio volteggiando. Come uccelli che, con un leggero colpo d’ala, sono già il cielo. Con le braccia e le torce, che tengono in mano, formano cerchi di fuoco. Sorreggono con la testa scale a pioli su cui un altro gira all’infinito. Leggeri come l’aria si arrampicano su per la scala di corda, ora fluttuano nello spazio alla sbarra del trapezio oscillante in pieno vuoto dando vita a forme poetiche di grande fascino. Sfidando la gravità. Sospesi tra sogno e realtà, in un vortice di idee, parole, musica e movimento, inarrestabili. Le incredibili evoluzioni vanno al di là della danza per diventare davvero esibizioni acrobatiche.
Regia e coreografia di Caterina Mochi Sismondi, che è anche fondatrice nel 2008 della Compagnia blucinQue, titolare del primo centro di produzione nazionale per il circo contemporaneo blucinQue/Nice, sostenuto dal Ministero della Cultura. Diplomata in Arte Drammatica alla Paolo Grassi, insegnante del Metodo Feldenkrais, Mochi Sismondi ormai da qualche anno lavora intensamente a una nuova dimensione del movimento in scena, unendo la tradizione della danza pura con il teatro, con l’arte circense, la poesia, la musica e le sonorità. Ci sono dei passi di Shakespeare letti in italiano e in inglese. A scandire il ritmo delle scene, l’alternanza dei brani musicali tratti dal balletto di Sergej Sergeevič Prokof’ev, il violoncello di Bea Zanin, che ha curato il sound design. Nel perimetro tracciato da una danza sul tema della “vertigine amorosa”, in cui si perdono i due giovani innamorati del dramma shakespiriano. Diviso tra gioia e disperazione.