Musica

La follia è musica

Ha avuto luogo al Teatro Menotti "paGaGnini", spettacolo divertente e surreale con repertori di Mozart, Vivaldi, Bizet, Pachelbel, Gainsbourg e... U2

PaGaGnini è uno spettacolo folle, divertente. Surreale. Musica classica a tempo di humor e gag esplosive. Un sorprendente “disconcerto”, nato dall’inventiva dall’artista libanese di origini armene Ara Malikian e dal collettivo spagnolo Yllana, andato in scena alcune sere fa al Teatro Menotti di Milano. C’è tanta musica, e il virtuosismo e lo humor dei quattro fantastici e stravaganti strumentisti, Eduardo Ortega (violino), Thomas Potiron (violino), Fernando Clemente (violino), Jorge Fournadjiev (violoncello). Un repertorio che va da Wolgang Amadeus Mozart, Antonio Vivaldi, la Carmen di Georges Bizet, de Falla, il Canon in Do major di Johann Pachelbel, i virtuosismi di Paganini fino al pop e rock, dal Serge Gainsbourg de La Javanaise agli U2 di With Or Without You . Uno spettacolo che da anni gira il mondo con un successo travolgente e anche al Menotti di Milano si è visto l’entusiasmo con standing ovation in un teatro pienissimo di giovani.

Sul palco, davanti a un sipario rosso, un quartetto d’archi apparentemente normale., compito e composto, attacco con La danza delle ore di Boccherini, e poi boom esplode la comicità, gli impeccabili musicisti in frac e cravattino, diventando quattro scatenati clown a duettare tra una gag e l’altra (tutto questo accade senza alcuno uno scambio di parole, solo mimica movimento, fisicità). Fra alti acrobatici, usando l’archetto a mo’ di spada, senza mai smettere di suonare (il che è veramente miracoloso). Capaci di cavalcare da cow boy un violino, suonarlo in posizioni assurde, saltare mentre suonano, impugnare le nacchere e improvvisare un flamenco. Inforcano gli occhiali scuri e reincarnano i Blues Brothers, E poi l’«Inverno» di Vivaldi in versione psichedelica, tra luci e fumogeni, il violoncellista che si mette a tracolla lo strumento mentre i violini e la viola diventano immaginifiche chitarre. Mentre per contrasto, una voce femminile, molto professionale, annuncia il pezzo che sarà suonato, e diventa pretesto per momenti di massima comicità. Nel finale, rituale il coinvolgimento di due persone del pubblico, un uomo e una donna, con conseguente innamoramento di un violinista per la nuova musicista sulle note e le parole struggenti di Le temps d’une chanson di Ginsburg.

Impresa riuscita se l’intento è quello di avvicinare i giovani fra il pubblico alla “pallosa” musica classica con salti e giravolte. Mai la classica ha fatto tanto ridere. Ma per gli amanti della classica sentire suonare quattro fantastici musicisti in modo impeccabile, mentre strabuzzano gli occhi e fanno gag, potrebbe risultare quantomeno incomprensibile.

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