La musica sulle note del mito del classicismo
All’Auditorium di Milano la direttrice d'orchestra Lyniv ha diretto il concerto dell'Orchestra Sinfonica di Milano con l’esecuzione di ‘Fedra' e ‘Arianna’

Occasioni preziose e rare. Di assoluta bellezza. E In tempi d’oscurità come questi dove ci assordano gli echi di odio e di guerra la musica ha molto da darci. E da insegnarci. “La musica porta vita, è un linguaggio che passa direttamente da cuore a cuore”, come dice l’ucraina Oksana Lyniv, 45 anni, eccellente direttrice e prima donna al vertice di una Fondazione lirico-sinfonica italiana – il Teatro Comunale di Bologna (dal gennaio 2022). All’Auditorium di Milano (12 e 14 maggio) Lyniv ha diretto (con piglio deciso, ma anche mano leggerissima) il concerto dell’Orchestra Sinfonica di Milano con l’esecuzione di ‘Fedra’ e ‘Arianna’, musiche della compositrice romana Silvia Colasanti.
Sul palco una grande protagonista delle scene Maddalena Crippa, alla quale è affidato il ruolo di voce recitante, affiancata da un coro femminile che canta una parte del testo originale in latino. Silvia Colasanti si è ispirata alle Heroidum Epistulae di Ovidio (adattamento e traduzione, René de Ceccatt) e ha trasformato in musica straordinaria le lettere immaginarie d’amore scritte dalle amanti dei grandi eroi del Mito della classicità. Arianna scrive a Teseo appena sveglia, accorgendosi che lui l’ha abbandonata fuggendo in mare. Fedra, innamorata del figliastro Ippolito, scrive una lettera seduttiva per indurlo a cedere ad un amore impossibile. “Ovidio ribalta la prospettiva – ha dichiarato Silvia Colasanti -, trasformando le donne abbandonate in autentiche eroine, relegando in secondo piano le figure maschili, deboli, vittime del fato. I ritratti che ne vengono fuori sono incredibilmente moderni e inediti”.
Arianna, sola, su uno scoglio, rivolge un’implorazione. “Ma il dolore non mi permette di rimanere a lungo inerte, mi ridesta, mi ridesta e chiamo Teseo ad altissima voce “Dove scappi?”, grido. “Torna indietro, Teseo scellerato! Volgi la nave!”. Parole strazianti e struggenti, ricche di passione. Valorizzate e illuminate dalla straordinaria interpretazione di Maddalena Crippa che procede tra fremiti e slanci su un cupo sottofondo di percussioni, prigiona momenti di puro lirismo alternati a durezze e asprezze di sottofondo. Le parole dialogano o si fondono con i suoni dell’orchestra, che a tratti preannuncia, a tratti sottolinea, i diversi stati d’animo che si succedono e si sovrappongono. “È il mare il suono della fragilità di Arianna. Arpe, crotali, ma soprattutto, l’Ocean Drum. Una sorta di magnifico grande tamburo simile al bastone della pioggia” (si legge nelle note). La lettera di Fedra è unica, poiché non chiede al suo amato di tornare, ma è una lettera di seduzione. Fedra confessando il suo amore ad Ippolito, un amore tremendo, si fa carico di una nuova moralità. Più libera nella colpa del desiderio. Chiara è la consapevolezza che accompagna Fedra nel furore che l’ha invasa. Prendendo quindi su di sé l’intera responsabilità degli avvenimenti. “Nessun amante bada al decoro. Mi sono spogliata del pudore… mi baciavi pubblicamente, pubblicamente mi bacerai”. Con lei un contrappunto di archi, dolcemente attraente e allusivo. Ma anche suoni acuti come lame.
Colpevole o innocente, vittima del destino o furiosa sovversiva, fragile o potente? “Fedra è tutto questa insieme, divinamente umana – riassume Maddalena Crippa -. Luminosa è, letteralmente, il significato del nome. Fedra la splendente è in verità sospesa tra luce e ombra. Quando si lavora sul “mito”, ci si trova sempre davanti a questo tipo di forze, potenti e misteriose…”.