Dopo la brutta sconfitta rimediata contro il Sassuolo, il Milan non può più fallire. La corsa alla Champions League passa dall’Olimpico di Roma, l’avversario è la Lazio di Simone Inzaghi. Il ruolino di marcia dei rossoneri, ricco di punti durante l’andata, ha subito un calo vertiginoso. I biancocelesti hanno la possibilità di accorciare nuovamente la classifica e avvicinarsi pericolosamente alle posizioni di vetta.
Sono lontani i momenti esaltanti della gara di andata quando Theo Hernandez regalava un natale da capolista a tutto il suo popolo. Dopo quattro mesi il morale è completamente diverso. Stefano Pioli ha confessato che quello di domani sarà a tutti gli effetti uno scontro diretto. I punti in queste ultime giornate di campionato avranno un peso specifico superiore: distrazioni come quella di Hernandez contro la Sampdoria o di Fikayo Tomori su Raspadori possono, a giochi conclusi, risultare fatali.
Il diavolo non ha però deluso solo da un punto di vista individuale. Quando una squadra ha un calo così evidente, il problema deve essere ampliato all’intero gruppo squadra. Lo stesso allenatore emiliano ha ricevuto più di una critica: ritardi nelle sostituzioni, una “non brillante” lettura tattica durante i novanta minuti, atteggiamento troppo rinunciatario e sparagnino. Mentalmente il Milan presenta tutti i sintomi della “sindrome del tennista”. Dopo aver condotto i giochi per tutto il campionato, sul più bello entra inaspettata la paura di non farcela perdendo fiducia e autostima.
Le assenze, o comunque la schiera di titolari non al top, fanno sì che questo timore sia ancora più reale e accentuato. Theo Hernandez, Ismael Bennacer e Tomori, in dubbio fino alla vigilia dovrebbero essere tra i titolari. Ancora out invece Zlatan Ibrahimovic. Il centravanti, fresco di rinnovo contrattuale, sarà rimpiazzato da Mario Mandzukic. Il croato ha nel proprio bagaglio quel carisma che tanto è mancato nelle ultime giornate e a cui Pioli spera di potersi aggrappare. Alle sue spalle agiranno Ante Rebic, Hakan Calhanoglu e Alexis Saelemaekers.
Nota beneaugurante. Se il Milan concorresse in un campionato di sole partite in trasferta, sarebbe capolista con 40 punti, seconda l’Inter a 36 e Atalanta a 32. Delle rimanenti sei gare, quattro saranno lontane dalle mura amiche. Se i rossoneri vorranno la champions, non dovranno tradire questa speciale classifica.