Teatro

L’Italia omaggia Szymborska

Crippa recita il premio Nobel polacco, al centenario della sua nascita, in uno spettacolo teatrale

Ci ha lasciato oltre 400 poesie. Con versi corti, brevissimi. Versi che invitano ad aprire gli occhi sul quotidiano, a guardare con il mondo con stupore. E’ questa la grande ricchezza che ci ha lasciato la grande poetessa polacca, Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996. Se volete imparare a vedere con sguardo di stupore il mondo, leggete le sue poesie. Profonda e insieme ironica, graziata da una leggerezza unica, la Szymborska sapeva cogliere nelle piccole cose quotidiane. Il miracolo dell’esistenza, la gioia che dietro si nasconde, il particolare che illumina.

Si meravigliava di fronte a tutto, a partire dai dettagli mini del quotidiano. Invitandoci a dare attenzione all’attimo che passa. Perché “Nulla accade due volte/né accadrà/Non c’è giorno che ritorni/non due notti uguali/né due baci somiglianti/né due sguardi tali e quali”. Un pessimismo integrale che si rovescia in uno stupore gioioso per la “fiera dei miracoli” della vita. Dove trovano il giusto posto i requisiti (apparentemente) più banali della poesia e della realtà: l’amore, un grillo, un filo d’erba, il sole, una goccia di rugiada, il vento e una nuvola.

Nel centenario della sua nascita (2 luglio 1923, Kórnik, Polonia/ 1 febbraio 2012, Cracovia, Polonia) nei teatri italiani va in scena lo spettacolo Ascolta, come mi batte forte il tuo cuore. Poesie, lettere e altre cianfrusaglie per la regia Sergio Maifredi (direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure, da lui fondato nel 2007. È stato regista residente al Teatr Nowy di Poznan in Polonia dal 2005 al 2014).

La voce di Szymborska è stata affidata a Maddalena Crippa, fra le migliori attrici del panorama nazionale, dotata di classe, sensibilità e versatilità davvero rare, formatasi alla scuola di Giorgio Strehler, con il quale ha debuttato recitando nel “Campiello” a soli 17 anni e poi gli spettacoli interpretati dal 1989 con la regia del marito Peter Stein.

Fasciata in un abito nero davanti a un semplice leggio, con una semplicità disarmante e una gioia tutta da condividere, con fascino, ironia e potenza tutta femminile, la Crippa ha stregato il pubblico milanese con la sua capacità, che è poi la sua caratteristica peculiare come interprete, di interpretare non la frase, ma la parola, una per una, dall’inflessione, dall’essenza di ogni termine l’anima che contiene e donandola a chi ascolta. Mettendosi al servizio dei versi della poetessa: ironica e spiritosa, capace di spaziare un bel numero di registri interpretativi, bilanciando il peso delle parole senza guastarne la meraviglia dell’insieme. Ogni parola, in ogni pausa, gli eventi più tragici tanto quanto i gesti più comuni, senza mai perdere la capacità di dare spessore.

Nello spettacolo la poesia si intreccia alla musica, composta dal bravissimo Michele Sganga, il giovane compositore e pianista romano, che esegue dal vivo le musiche originali dello spettacolo, creando mille suggestioni, regalando un’infinità di spunti e di emozioni. Un viaggio che si protrarrà per poco più di un’ora, attraverso poesie note e materiali ancora inediti in Italia: è il caso della corrispondenza con il suo grande amore, Kornel Filipowicz (in scena interpretato da Andrea Nicolin divertente e capace di dolcezze commoventi) cui la poetessa fu legata dal 1969 al 1990, anno della sua morte, dove lascia intuire con altrettanta intensità la felicità, gli abbandoni più intimi.

Avevamo bisogno di questo dono. E’ il ritorno a teatro come nella vita alla parola, all’ascolto, dei versi di una grande poetessa del Novecento. La sua poesia è una miscela di consapevolezza, e di disincanto. di curiosità e di inquietudine, di presenza e di distacco. “Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo/ Chiedo scusa alla grand domande per le piccole risposte”. Ironica, tagliente curiosa, crudele e tenera al contempo, sovversiva e tranquilla, disillusa ma non amareggiata, Szymborska ci ricorda di abbracciare la vita con forza, senza chiuderci al mondo e agli altri, ci chiede una partecipazione stupita “a questo gioco con regole ignote”. Szymborska, attraverso il suo sguardo allenato alla straordinarietà delle cose ordinarie, ci accompagna affinché acquisiamo la nuova consapevolezza di una realtà che ci sembra sempre uguale, monotona, spenta. S

apendo comunque che, nella vita bisogna “almeno per una volta/inciampare in una pietra/bagnarsi in qualche pioggia, perdere le chiavi tra l’erba: e seguire con gli occhi una scintilla nel vento;/e persistere nel non sapere/qualcosa di importante. È proprio il gioco della semplicità la potenza di Wislawa. “Apprezzo tanto due piccole parole: non so. Piccole ma alate, scrive la poetessa polacca. Ma proprio in questa continua ricerca si approda alla meraviglia, a un improvviso senso dello stupore che rende più sopportabile la vita, di fronte ai quali si spalanca un territorio ancora da percorrere e da esplorare.

Ascolta, come mi batte forte il tuo cuore (il titolo cita l’ultimo verso della splendida poesia “Ogni caso”) nasce da un’idea e con la collaborazione di Andrea Ceccherelli e Luigi Marinelli, docenti di lingua e letteratura polacca rispettivamente alle Università di Bologna e La Sapienza di Roma. È prodotto da Teatro Pubblico Ligure in coproduzione con Istituto Adam Mickiewicz di Varsavia, con il patrocinio della Fondazione Wisława Szymborska di Cracovia e in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma. Dopo il debutto nazionale, il 27 marzo al Teatro Vittoria di Roma, preceduto dall’anteprima del 26 marzo al Teatro Boni di Acquapendente (VT) Ascolta, come mi batte forte il tuo cuore” è andato in scena al Teatro Litta di Milano (4 aprile), sarà al 29° Festival internazionale di poesia di Genova (17 giugno), e alla 76ª Estate Fiesolana di Fiesole – Firenze (9 settembre) e nella cornice del Teatro Romano di Fiesole, sulle colline fiorentine (9 settembre). Per concludersi a Varsavia e Cracovia.

Dal 15 giugno al 3 settembre al Museo d’Arte contemporanea Villa Croce di Genova è visitabile anche la mostra monografica Wisława Szymborska. La gioia di scrivere, che è pure il titolo della sua opera omnia, pubblicata da Adelphi. Protagonisti 85 collage realizzati dall’autrice e provenienti da collezioni private: opere che Szymborska donava in occasioni delle feste, concepite come “collanti d’amicizia, ad amici, conoscenti (anche a Woody Allen, che alla consegna ebbe a commentare: “questo non è come quelle stupide statuette che ricevo per i miei film”). Insieme a documenti, fotografie, al taccuino per gli appunti da cui nascevano le poesie, un libro inglese illustrato in età giovanile da Wisława Szymborska, una rarità. Dopo il capoluogo ligure, la mostra raggiungerò Bologna e Milano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button