Dopo la vittoria contro il Genoa, con buona dose di fortuna e tanta, troppa sofferenza, il Milan dovrà fronteggiare una delle squadre meglio organizzate del campionato: il Sassuolo di Roberto De Zerbi. Le insidie sono molte. I neroverdi fanno del possesso palla e del controllo del gioco un’arma vincente. Nella partita di andata, a dire il vero, Stefano Pioli riuscì, a dispetto di una formazione rimaneggiata, a incanalare le sorti del match già nei primi minuti, attaccando la profondità alle spalle della linea difensiva emiliana.
Un De Zerbi che si è detto “fortemente deluso” dagli ultimi avvenimenti riguardanti la Super Lega tanto desiderata da Juventus, Inter e dallo stesso Milan. A tal punto da ponderare una mancata partenza alla volta di San Siro dell’intero gruppo squadra.
Stefano Pioli, invece, si è astenuto da un qualsivoglia coinvolgimento mediatico, cercando di salvaguardare la tranquillità dei suoi effettivi. Anche perché, visto il numero di acciaccati in vista del match, le sue preoccupazioni sono tutte indirizzate sul rettangolo di gioco. Sono ben quattro i giocatori che oggi non si sono allenati e perciò in forte dubbio: Theo Hernandez, Ismael Bennacer, Hakan Calhanoglu e Zlatan Ibrahimovic. Solo domani, dopo la rifinitura, capiremo chi sarà arruolabile per la partita delle 18:30.
In difesa spazio al duo Simon Kjaer – Fikayo Tomori. Ancora panchina per Alessio Romagnoli, recuperato ma non ancora al top. Se Hernandez dovesse alzare bandiera bianca, al suo posto ci sarà Diogo Dalot. Quasi certa l’assenza di Bennacer e, altrettanto, la presenza di Soualiho Meité. L’irriducibile Franck Kessié ha completare il reparto.
In avanti probabile l’impiego di Ante Rebic, autore di una prova maiuscola contro il Genoa. Panchina quindi per Rafael Leao che ha invece tanto faticato nella partita di pochi giorni fa.
Vedremo se i rossoneri adotteranno la tattica sparagnina usata nel match di andata o vorranno condurre il gioco con autorità. Il Sassuolo non è squadra che cambia il suo credo calcistico in maniera tanto rapida e, difficilmente, il discepolo di Pep Guardiola e del “loco” Bielsa modificherà le sue attitudini. Qui si giocherà la partita nella partita: il pragmatismo di chi ha disperato bisogno di punti pesanti per meritarsi un posto in Europa, contro un concetto di gioco che vuole andare oltre il risultato a discapito dei tre punti.