
Un Milan col fiatone supera un Genoa mai domo: vittoria fondamentale in chiave Champions League, in attesa degli scontri diretti di giornata.
Il match
Partita che si mette subito per il verso giusto per la squadra di Stefano Pioli, grazie ad una saetta imprendibile di Ante Rebic. Mattia Destro sfrutta una marcatura di burro di Fikayo Tomori e castiga di testa sugli sviluppi di un corner. L’ex (poco rimpianto) della partita segna ancora, dopo la doppietta di Marassi diciannove giornate fa.
In una partita che definire sagra degli errori è fare un torto alle sagre, non poteva che essere un infortunio difensivo a risolverla nella ripresa: Gianluca Scamacca sbaglia il posizionamento su un calcio d’angolo e con la nuca fa carambolare il pallone in fondo al sacco. Rossoneri che tornano a vincere a San Siro dopo oltre 2 mesi, ma l’unica nota positiva sono proprio i 3 punti.
Involuzione
Il Diavolo parte bene, ma dopo il vantaggio il numero di errori nel giropalla è impressionante. Ismael Bennacer, prima della sostituzione, riesce nell’impresa di sbagliare in pratica tutti i palloni che tocca.
Ci sono poi quei momenti in cui, anche a ragione, ci si pone dei dubbi sulla futura efficienza di Zlatan Ibrahimovic: guardare Rafael Leao toglie ogni perplessità.
Note positive
Franck Kessie, pur in una partita normale, risulta sempre imprescindibile: soprattutto quando si ritrova a dover tamponare in ogni dove gli errori dei compagni. Mario Mandzukic, novello Lazzaro, esce dall’infermeria e si rivede finalmente in campo: prestazione sufficiente, ma presente nell’azione decisiva della partita. Simon Kjaer e Tomori (che si riscatta dall’errore sul pareggio ligure), con un doppio salvataggio sulla linea, rimediano ad una papera di Gianluigi Donnarumma e mettono la firma sul risultato finale.
Nero su bianco
Firma che invece non appongono sui contratti proprio il portiere rossonero e Hakan Calhanoglu, i peggiori in campo di oggi. Il gigante dai piedi di piombo non accenna o azzecca un’uscita e ogni disimpegno di piede è un regalo agli ospiti. Il numero 10 da gennaio in poi si ricorda solo per il gol a Firenze. Prestazioni troppo modeste per chi sta generando un tormentone eccessivo sul proprio futuro.