CalcioInter

Scudetto all’arrabbiata

A quasi una settimana dal titolo nerazzurro, non si possono dimenticare i detrattori di una stagione intera

È finalmente arrivato il giorno del traguardo vincente, una tappa del percorso che il bell’An(d)onio aveva dichiarato di voler intraprendere fin dal primo giorno della sua esperienza nerazzurra.

Per onestà intellettuale a scanso di equivoci, il tecnico dell’Inter non lo riteniamo il migliore, ma fra i primi al mondo. Non esente da errori; non abbiamo condiviso alcune scelte pregresse talvolta inspiegabili che abbiamo messo sovente in discussione. Un carattere, altresì, non particolarmente gestibile, che ha creato più di un problema con i media.

Con il tricolore sulla maglia, se dobbiamo essere sinceri, di tutto questo “non frega niente più a nessuno”. Quando il club lo scelse sapeva cosa si portava a casa, sia nel bene che nel male. Sbeffeggiato, irriso e perculato insieme a un vero dirigente di calcio come Giuseppe Marotta uomo di poche parole, non infallibile ma di estrema concretezza sul piano operativo con un’elevata considerazione professionale.

Messi perennemente in discussione da una parte della tifoseria per il loro passato bianconero, l’ astuta coppia non ha battuto ciglio evitando di cadere nella trappola delle provocazioni continuando imperterriti sulla loro strada nonostante qualche scricchiolio e alcuni risultati infausti. “Erano venuti per rovinarci i due gobbi.Speriamo che ne arrivino altri così”, ora si sente echeggiare dalle parti della Madonnina.

Il vituperato e incapace Piero Ausilio, il sergente Antonio Pintus responsabile della discutibile preparazione atletica (pochissimi infortuni) e altre grandiose amenità dispensate a destra e a manca. I giocatori della rosa, ognuno con i propri pregi e difetti accomunati da grande senso di responsabilità e d’orgoglio per la maglia che indossano.

Poiché lo spazio è ingeneroso. non possiamo menzionarle tutti, ma una più che dovuta citazione deve essere espressa nei confronti dello staff tecnico, sanitario e di tutte quelle persone che non sono visibili ma il cui lavoro ha un’importanza fondamentale per il raggiungimento dei risultati.

Già da tempo, i detrattori seriali, annusando un possibile scenario vittorioso, si sono camaleonticamente depistati. Non ho una lista di proscrizione ma una buona memoria e certi nominativi che tutti i giorni non perdevano occasione per sputare sentenze non si leggono più. Speriamo che, ora, godano ottima salute visto il momento.

Il coraggio dei leoni da tastiera è più che noto, la serietà e la correttezza di ammettere di aver prematuramente sbagliato a giudicare, purtroppo, è scarsa, sicuramente sono più abili a darsi alla macchia. Con la speranza che tutto questo possa servire da lezione, poche parole per essere riconoscenti a chi ci ha fatto gioire.

Last but not the least (Per ultimo ma non ultimo) un ringraziamento alla proprietà per quello che ha fatto e che speriamo vivamente possa e voglia continuare a fare, possibilmente con meno incertezze.
Un saluto particolare agli avversari di sempre in balia di una decomposizione sportiva fra dirigenti e giocatori in partenza segati o allettati da altri luccicanti dobloni. Oppure  traditi da campioni sicuramente bravi ma datati, con qualche acciacco di troppo, con un egocentrismo smisurato. Azzardiamo anche con un protagonismo stucchevole e probabilmente con altri interessi di carattere personale e, naturalmente finanziario.

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