
Settimana nera per la Juve, sette giorni nei quali i bianconeri hanno conquistato soltanto un punto in classifica e perso il proprio fuoriclasse, a proposito di numeri sette. La sconfitta, nella partita interna con l’Empoli, ha evidenziato tutti i limiti attuali dei bianconeri incapaci di dare continuità al gioco e raramente pericolosi. L’addio del campione portoghese avrebbe dovuto essere compensato da una maggiore coralità ma è stato proprio il collettivo a mancare.
Troppe le iniziative personali e totalmente assente il centrocampo.
L’arrivo di Moise Kean probabilmente non basta per una compagine che ha bisogno soprattutto nella mediana di un restauro.
Bocciato anche Allegri incapace di modificare in corsa una formazione sbagliata.
UP
CHIESA – Il più pericoloso, gli unici due spunti di rilievo della Juventus sono suoi
LOCATELLI – Entra con personalità, prova a mettere ordine in una mediana a tratti imbarazzante
BERNARDESCHI – Premiato per l’impegno e per la difficoltà di trovare un altro giocatore da mettere tra i tre migliori
DOWN
RABIOT – L’unico momento in cui si nota è quello in cui viene sostituito
BENTANCUR – Sollevato dai compiti di regia era piaciuto ad Udine, oggi invece decisamente negativo
McKENNIE – Allegri lo prova in una posizione di trequartista, non sembra il suo ruolo
La partita ha rivisto la presenza del pubblico dopo quasi due anni di assenza.
I bianconeri hanno subito un gol per la sedicesima gara consecutiva.
L’inizio di questo campionato ricorda quello della stagione 2015-16 dove la Juventus ottenne zero punti nelle prime due uscite.
La svolta avvenne dopo il rovescio di ottobre a Sassuolo e grazie a quindici vittorie consecutive arrivò lo scudetto a Torino.
Le vittorie nette di Lazio ed Inter rendono ancora più nera la settimana della Juve.