CalcioInter

Tutto da rifare… anzi no

L'addio di Conte è stata una bella botta per l'Inter che ricomincerà da Inzaghi, ma non è tutto da buttare

Sinceramente sorpresi come molti, perché crediamo che a nessuno piaccia vedere quanto è stato costruito con tanto lavoro e tanta sofferenza dissolversi o meglio sgretolarsi nel giro di pochi giorni. Il vortice degli eventi con velocità inaspettata non ci ha dato il tempo di somatizzare la separazione, anche se più di un sentore ci aveva preavvisato un triste finale.

Il trionfo di pochi giorni or sono con le bandiere spiegate al vento, i cori, i fumogeni che hanno accompagnato la marea immensa di tifosi festanti inneggianti la squadra sono un malinconico ma gioioso ricordo.
Si è spenta una luce ma non tutto il lampadario, i protagonisti passano lasciando un grande segno come in questo caso, ma fortunatamente tutto va avanti.

Vorremmo vedere l’Inter competere sempre, possibilmente vincendo, avere il meglio di tutto, giocatori, società, allenatore che dimostrino quotidianamente una patologica sete di vittoria e l’esigenza di primeggiare il più a lungo possibile curando nei minimi dettagli un percorso vincente.
Ora tutto questo non c’è più.

Le responsabilità sono di tutti nessuno escluso, perché magari con un po’ più di buonsenso, mediazione e magari con meno arroganza, evitando di arroccarsi in un fortino inespugnabile le difficoltà sarebbero state superate. Si volta pagina, un’altra storia sta per incominciare risentiremo e rivedremo le solite frasi di circostanza; l’innamoramento adolescenziale per i colori sociali, l’attaccamento societario e altre galattiche banalità.

Non siamo entusiasti della scelta fatta (Simone Inzaghi,ndr), potrei dire il meno peggio di quelli rimasti, rimandando il nostro giudizio con più materiale a disposizione, augurandomi che possa lavorare e sbagliare con tranquillità, che possa dimostrare tutte le sue capacità: Gli auguriamo tutto il meglio possibile ricordandogli che allo stadio Meazza i palati sono molto fini e talvolta frettolosi.

Fra gentiluomini una parola data vale di più di una carta scritta, conoscendo il suo interlocutore non mi meraviglio che sia stato proprio lui a cambiare le regole del gioco, cambiare idea è da persone intelligenti,
l’importante è non farlo per vil pecunia nell’arco di dodici ore. Chi ben comincia è a metà dell’ opera.

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