Superflop
E' durata poco più di 48 euro la Superlega, voluta da Perez e Agnelli. L'UEFA sta pensando a sanzioni disciplinari alle società ribelli
Il progetto Superlega nell’immaginario un calcio futurista, interplanetario, ma la mancanza di molti ingredienti ne hanno fatto saltare le velleità. Real Madrid e Juventus, le anime di questa associazione di club milionari, comunque con debiti giganteschi, si sono ritrovati isolati dopo quasi un battito di ciglio.
Sembrava tutto fatto, dirà qualcuno, ma la verità è che è stato commesso un peccato di supponenza, protagonismo, arroganza, coinvolgendo solo chi potesse garantire soldoni. Il resto tutto in discarica, dai tifosi, e di conseguenza i sentimenti, ai giocatori, alla maggior parte delle squadre e incomprensibilmente UEFA e FIFA. In Oltremanica, paese in cui c’è più indignazione che in Italia, addirittura i supporter sono scesi in strada a manifestare il loro dissenso. I capitani della Premier, invece, hanno immediatamente organizzato una riunione, per appoggiare in qualche modo il malessere di tutte le squadre del campionato.
A dire il vero, i sei club inglesi coinvolti nel progetto finanziato da J.P. Morgan, sono state i primi dei dodici a fare marcia indietro. Sono seguiti Inter, Atletico e Milan, mentre Barcellona e, soprattutto, Real Madrid sono sempre al balcone, ancora oggi, per capire se il camion pieno di dobloni riuscirà a passare o meno. Aleksander Ceferin, presidente UEFA, è imbufalito contro queste ultime società e non è utopico pensare che è pronto a passare ad azioni molto pesanti contro le tre irriducibili.
Di sicuro le società coinvolte, colpevoli del tentativo di tradire principi e regole, andranno incontro a sanzioni. I provvedimenti riguarderanno anche i dirigenti che rappresentavano i club: si va verso sospensioni o inibizioni. Qui il problema è, però, di natura diversa e difficilmente perseguibile. In molte situazioni potrebbe essere stato lo stato maggiore del club a “costringere” il dirigente a sottostare a certe imposizioni. Tutto è dimostrabile, ovviamente. E’ scontato che in futuro certi club avranno un peso politico meno rilevante.
Potrebbero saltare, secondo le notizie del Daily Mail, i due posti extra in Champions riservati ai club in base al loro record storico. A tal proposito, sulla nuova formula a 36 squadre dal 2024, format osteggiato da Jurgen Klopp e Pep Guardiola, Ceferin si è difeso che sono i presidenti che chiedono la riforma: “that the club owners are driving that change and fewer games will mean less money for coaches and players”. In sostanza: meno partite, meno soldi, meno campioni.